Lo sfruttamento economico delle ampie foreste del Vanoi è molto antico e risale  già  al secolo XIV .

La silvicoltura e la produzione di legname hanno rappresentato da sempre l’integrazione economica principale all’attività agro-pastorale. Ma, come per l’energia elettrica o l’estrazione mineraria, il legno è stata una delle risorse storicamente sottratte alla comunità.

Migliaia di metri cubi di tronchi fluitavano ogni anno lungo il Vanoi, il Cismon e poi il Brenta fino a Venezia per armare la flotta navale della Serenissima Repubblica o per costituire le fondamenta dei palazzi della laguna, mentre i buschièri rischiavano la vita avvallando il legname dal bosco lungo scivoli ghiacciati.

Sempre più gli antichi saperi e mestieri del legno sono minacciati, sempre meno si sega in valle… a Prade  resta l’ultimo costruttore di rastrelli in legno.

Con il legno da secoli l’uomo costruisce una serie di oggetti indispensabili alla vita di tutti i giorni, oggetti la cui specificità si trova anche nel fatto che l’abilità artigiana nel costruirli si trasmette di generazione in generazione.

È ciò che è avvenuto nel caso di Primo Zortea, L’ultimo resteler del Vanoi. Nel 2001 è uscito il pluripremiato documentario di Carlo Bazan che racconta la sua storia, ma più di tutto racconta le varie procedure che portano alla creazione dell’unico. Il rastrello in legno era parte del corredo di ogni famiglia in Vanoi, prima che il tempo condannasse all’oblio tutte le pratiche legate all’agricoltura montana e all’economia di sussistenza, prima che il bosco si riprendesse tutti i prati. Il rastrello era marchiato con un simbolo a segnarne la proprietà, il rastello rendeva ricchi di fieno del quale non si poteva lasciar indietro nulla, perché per l’allevamento dei bovini in montagna ogni filo d’erba era essenziale. La famiglia di Primo non era l’unica a realizzare rastrelli, ma certamente essendo composta da una numerosa generazione di “resteleri”, era la più famosa. Primo aveva, da bambino, un suo compito nel laboratorio del padre, realizzare i denti del pettine del rastrello, in quel mondo ognuno aveva un compito, che acquistava una dimensione diversa quando si era imparato il mestiere degli avi, come se perpetrarlo fosse una missione.